Rallentare le immagini è un effetto efficace per dare enfasi alle azioni. E’ una funzione pre impostata in parecchi smartphone e lo si può ricreare con una levetta in post produzione.
In questo video cerco di spiegarti come funziona lo slow motion. Anche se è semplicissimo da realizzare, affinché l’effetto sia efficace occorrono un paio di nozioni teoriche e pratiche per la registrazione di immagini in movimento.
In questo post ci sono informazioni che di permetteranno di capire come scegliere la foto/video camera da utilizzare e quali accorgimenti prendere. Alla post produzione ho dedicato invece questo post + video per mostrarti come giocare a velocizzare e rallentare le immagini. Un effetto chiamato speed ramping.
Slow motion, rallenty e un tempo moviola. Sono modi diversi di definire quell’effetto che si ha quando le immagini passano al rallentatore sullo schermo.
Alcuni smartphone hanno un tasto a fianco di quello per foto e video. In post produzione, qualsiasi programma di montaggio video – anche le app da telefonino – hanno la funzione rallenty. Generalmente l’effetto di rallentamento si esprime in percentuale oppure c’è solo un cursore che di sposta a sinistra per rallentare e destra per accelerare.
E’ semplicissimo. Però, ogni effetto riesce se le immagini sono girate in condizioni ottimali. Ci sono due modi per creare uno slow motion
Vado però con ordine.
Cinema, televisione e video, anche digitale creano l’illusione del movimento.
Sorvolo sulla storia e sulle leggi della fisica. L’occhio umano quando vede scorrere delle immagini molto velocemente ricrea l’impressione di movimento. E’ un fenomeno chiamato persistenza retinica. Quanti immagini, cioè fotogrammi, al secondo servono per ricreare il movimento?
Attorno agli anni 30, con l’avvento del sonoro, l’industria cinematografica ha individuato uno standard efficace, considerando le esigenze produttive e gli strumenti di registrazione allora disponibili.
Lo standard è 24 frame per second, abbreviato lo trovi scritto con fps. I frame sono i singoli fotogrammi. 24 fotogrammi al secondo è un punto riferimento valido ancora oggi. La televisione ha fatto piccoli aggiustamenti con standard differenti tra Europa e Stati Uniti secondo la tecnologia elettronica utilizzata.
La tecnologia negli ultimissimi anni è andata oltre: i limiti si stanno continuamente spostando avanti. Oggi girare a girare a 120 fps è diventato accessibile se non proprio diffuso.
Non so se l’occhio umano sia o sarà in grado di percepire la differenza. La tecnologia digitale sta aumentando esponenzialmente le possibilità di ripresa e gradualmente sta modificando gli standard di produzione, distribuzione e fruizione.
Avere la possibilità di girare a 60 fps e oltre è il modo migliore per rallentare le immagini. Il video può mostrare dettagli che umanamente non siamo in grado di percepire. Fai attenzione perché il video occuperà molto spazio di memoria sia sulla camera e richiederà tempo per l’elaborazione una volta importato in un programma di montaggio.
Qui una tabella riassuntiva della possibilità di rallenty in rapporto ai fotogrammi al secondo
frame per second | percentuale di rallentaemento |
---|---|
60 fps > | fino al 40% di rallenty |
120 fps > | fino al 20% di rallenty |
240 fps > | fino al 10% di rallenty |
La categoria delle action cam ha fatto da apripista nel diffusione di questa tecnologia. Le recenti macchine fotografiche compatte e mirror less arrivano a girare a 60 fps.
Anche gli smartphone più recenti e sofisticati possono girare a 120 fps. Qui in paio di video esemplificativi girati con iPhone 6s.
Alcuni modelli hanno un tasto apposito. Il mio consiglio però di utilizzare un applicazione avanzata per impostare manualmente alcuni parametri di registrazione. Quella che uso è FilmicPro, a più diffusa sia per iOS che Android.
E’ possibile in post produzione ricreare uno slow motion digitale. E’ utile quando si vuole spingere all’estremo il rallentamento delle immagini. Sicuramente oltre le possibilità della foto/video camera disponibile.
L’interpolazione consiste nel moltiplicare i fotogrammi per riempire il vuoto che si crea tra un frame l’altro, allungando la durata della clip. I normali programmi di montaggio non hanno queste funzionalità. E’ necessario utilizzare applicazioni di post produzione avanzata. Twixtor è l’applicazione di riferimento per questo effetto. E’ un plug in professionale e costoso che può essere installato su software di altrettanto livello. Questo è il video esemplificativo che preferisco.
Questi programmi riescono a eliminare disturbi visivi che si possono creare, anche se va detto che moltiplicare i fotogrammi non aggiunge dettagli alla definizione del movimento.
Qui c’è la mia guida crea un sei TV nel tuo studio: la ricevi gratuitamente con l’iscrizione alla newsletter. Non si parla di slow motion ma di luce, che torna sempre utile.
Vuoi realizzare i tuoi video e non sai da che parte iniziare?
Rallentare le immagini è un effetto efficace per dare enfasi alle azioni. E’ una funzione pre impostata in parecchi smartphone e lo si può ricreare con una levetta in post produzione.
In questo video cerco di spiegarti come funziona lo slow motion. Anche se è semplicissimo da realizzare, affinché l’effetto sia efficace occorrono un paio di nozioni teoriche e pratiche per la registrazione di immagini in movimento.
In questo post ci sono informazioni che di permetteranno di capire come scegliere la foto/video camera da utilizzare e quali accorgimenti prendere. Alla post produzione ho dedicato invece questo post + video per mostrarti come giocare a velocizzare e rallentare le immagini. Un effetto chiamato speed ramping.
Slow motion, rallenty e un tempo moviola. Sono modi diversi di definire quell’effetto che si ha quando le immagini passano al rallentatore sullo schermo.
Alcuni smartphone hanno un tasto a fianco di quello per foto e video. In post produzione, qualsiasi programma di montaggio video – anche le app da telefonino – hanno la funzione rallenty. Generalmente l’effetto di rallentamento si esprime in percentuale oppure c’è solo un cursore che di sposta a sinistra per rallentare e destra per accelerare.
E’ semplicissimo. Però, ogni effetto riesce se le immagini sono girate in condizioni ottimali. Ci sono due modi per creare uno slow motion
Vado però con ordine.
Cinema, televisione e video, anche digitale creano l’illusione del movimento.
Sorvolo sulla storia e sulle leggi della fisica. L’occhio umano quando vede scorrere delle immagini molto velocemente ricrea l’impressione di movimento. E’ un fenomeno chiamato persistenza retinica. Quanti immagini, cioè fotogrammi, al secondo servono per ricreare il movimento?
Attorno agli anni 30, con l’avvento del sonoro, l’industria cinematografica ha individuato uno standard efficace, considerando le esigenze produttive e gli strumenti di registrazione allora disponibili.
Lo standard è 24 frame per second, abbreviato lo trovi scritto con fps. I frame sono i singoli fotogrammi. 24 fotogrammi al secondo è un punto riferimento valido ancora oggi. La televisione ha fatto piccoli aggiustamenti con standard differenti tra Europa e Stati Uniti secondo la tecnologia elettronica utilizzata.
La tecnologia negli ultimissimi anni è andata oltre: i limiti si stanno continuamente spostando avanti. Oggi girare a girare a 120 fps è diventato accessibile se non proprio diffuso.
Non so se l’occhio umano sia o sarà in grado di percepire la differenza. La tecnologia digitale sta aumentando esponenzialmente le possibilità di ripresa e gradualmente sta modificando gli standard di produzione, distribuzione e fruizione.
Avere la possibilità di girare a 60 fps e oltre è il modo migliore per rallentare le immagini. Il video può mostrare dettagli che umanamente non siamo in grado di percepire. Fai attenzione perché il video occuperà molto spazio di memoria sia sulla camera e richiederà tempo per l’elaborazione una volta importato in un programma di montaggio.
Qui una tabella riassuntiva della possibilità di rallenty in rapporto ai fotogrammi al secondo
frame per second | percentuale di rallentaemento |
---|---|
60 fps > | fino al 40% di rallenty |
120 fps > | fino al 20% di rallenty |
240 fps > | fino al 10% di rallenty |
La categoria delle action cam ha fatto da apripista nel diffusione di questa tecnologia. Le recenti macchine fotografiche compatte e mirror less arrivano a girare a 60 fps.
Anche gli smartphone più recenti e sofisticati possono girare a 120 fps. Qui in paio di video esemplificativi girati con iPhone 6s.
Alcuni modelli hanno un tasto apposito. Il mio consiglio però di utilizzare un applicazione avanzata per impostare manualmente alcuni parametri di registrazione. Quella che uso è FilmicPro, a più diffusa sia per iOS che Android.
E’ possibile in post produzione ricreare uno slow motion digitale. E’ utile quando si vuole spingere all’estremo il rallentamento delle immagini. Sicuramente oltre le possibilità della foto/video camera disponibile.
L’interpolazione consiste nel moltiplicare i fotogrammi per riempire il vuoto che si crea tra un frame l’altro, allungando la durata della clip. I normali programmi di montaggio non hanno queste funzionalità. E’ necessario utilizzare applicazioni di post produzione avanzata. Twixtor è l’applicazione di riferimento per questo effetto. E’ un plug in professionale e costoso che può essere installato su software di altrettanto livello. Questo è il video esemplificativo che preferisco.
Questi programmi riescono a eliminare disturbi visivi che si possono creare, anche se va detto che moltiplicare i fotogrammi non aggiunge dettagli alla definizione del movimento.
Qui c’è la mia guida crea un sei TV nel tuo studio: la ricevi gratuitamente con l’iscrizione alla newsletter. Non si parla di slow motion ma di luce, che torna sempre utile.
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