Stai pensando di creare un video? Un filmato in cui ti rivolgi alla telecamera e racconti un’esperienza della tua vita, il tuo commento sulle ultime tendenze o qualche consiglio per le tue potenziali clienti?
Questo tipo di video è ciò che intendo per vlog, almeno in questo articolo visto che è un genere multiforme. Sono video auto-prodotti a basso costo: filmati in cui l’autore-presentatore-regista parla rivolto ad una telecamera. Si raccontano esperienze, idee e consigli in tono colloquiale e non mancano le esperienze personali. Eventualmente ci sono immagini relative a qualche creazione, luogo visitato o esercizio.
Probabilmente hai un blog, quindi il paragone è semplice. Se ancora non ne hai uno, hai certamente letto parecchio in rete e riesci ugualmente a cogliere paralleli e discrepanze tra blog e vlog. Parto quindi da lì per spiegarti similitudini e differenze.
Ci stai?
Forse è banale ma la rotellina del mouse ha generalizzato l’abitudine allo scrolling. Scorrere un articolo per dare un’occhiata complessiva al contenuto oppure leggere qua e là titoletti e grassetti è una pratica ampiamente diffusa. Un post, come un articolo, come un qualsiasi contenuto sul web viene valutato nel suo insieme, si scorrono rapidamente le righe tra parole, testi brevi, immagini, pop up. Il lettore non legge subito ogni riga; valuta complessivamente e decide se approfondire. Questo è il motivo perché si consiglia di dividere in capitoli, utilizzare formattazioni di testo e inserire immagini.
Nel video la pratica dello scrolling è molto meno utilizzata anche se tecnicamente quasi sempre possibile. Puoi appoggiare il mouse in vari punti della barra di avanzamento del filmato e dare un’occhiata sommaria al video. E’ una pratica meno diffusa e poco soddisfacente, perché si coglie poco o nulla del contenuto. In genere quando non convinci il tuo spettatore nei primi 3-15 secondi questo abbandona il video.
Se ha già pubblicato dei video, puoi andare a scovare nelle analytics la percentuale di visione di un filmato. E’ una media ma resta un indicatore utile per capire l’interesse del tuo pubblico rispetto a contenuto ed esposizione.
Il meglio deve stare all’inizio: incuriosisci, anticipa e cattura l’attenzione. Trova il modo di invogliare a guardare. Se riesci a farlo anche visivamente con oggetti di scena o effetti di montaggio, tanto meglio. Se vuoi approfondire, la metà del precedente post Breaking Bad: 2 lezioni per scrivere il copione dei tuoi video è dedicato al tema. Qui sotto ti mostro un esempio più vicino.
Ora passo al punto successivo.
Iniziare bene è fondamentale. Occorre però tenere lo spettatore incollato fino alla fine e questo richiede ritmo. Il montaggio aiuta, ma questo è un altro post, e usare bene i titoli e testi anche. Qui voglio restare su contenuto ed esposizione: cose che puoi elencare in pre-produzine, prima di sederti e accendere la telecamera.
Parlo quindi di struttura. Proprio perché la formula del vlog è molto libera, a meno che tu abbia già con migliaia di fan che pendono dalle tue labbra e da tuoi video, occorre calcolare tempi e tempistica.
Ecco alcuni schemi:
Io ho definito alcune strutture basilari ampiamente utilizzate e testate, anche se gli esempi sarebbero tanti e l’elenco lungo. Delinea un tuo schema e imponiti dei tempi. Evita di divagare troppo e tieni un orologio davanti agli occhi. Creare un video significa anche gestire il tempo di visione del tuo spettatore, il rischio di annoiare è sempre in agguato. Stare nei tempi riflette il rispetto del tempo di visione, che i tuoi spettatori ti dedicano.
Usa elementi grafici e testi per scandire il video e accentuarne il ritmo. Dividere il contenuto in capitoli e identificarli con titoletti funziona in maniera identica tra il post di un blog e un video stile “vlog”. Ci sono anche altri espedienti che puoi utilizzare come gesti, oggetti, cartelli, suoni, movimenti di macchina e qualsiasi cosa la tua fantasia ti suggerisce per interrompere il flusso -abbastanza statico- di un’inquadratura su una persona che parla.
Questo ci porta direttamente al terzo punto.
Nei blog usare le foto è diventato un vezzo degli ultimi anni. Sostanzialmente però te la puoi cavare con una ricerca tra banche dati royaty free. Trovi un’immagine ad effetto, citi l’autore, magari applichi un filtro per rispettare gli stilemi creati da grafico e sviluppatore del sito. In pochi minuti hai risolto la questione e puoi dedicarti alla redazione del post, attività a cui la scuola ti ha abituato e probabilmente ti denti a tuo agio.
Nel video le immagini rappresentano il 50% del contenuto e nelle piattaforme in cui il video inizia automaticamente (come FaceBook e Instagram) incidono anche di più sull’effetto. La tua presenza è certamente importantissima per creare il legame con il pubblico; trovare però un modo per visualizzare quanto affermi aggiunge valore al tuo filmato. Show don’t tell è un mantra nella redazione di testi. Vale almeno il doppio per i filmati.
Ci sono professioni e situazioni in cui è semplice mostrare. Se ti occupi di eventi, viaggi, prodotti le immagini ci sono già; probabilmente devi ancora definirle, registrarle o ritrovarle ma sostanzialmente le puoi creare. Altre professioni hanno maggiori difficoltà a visualizzare quanto spiegano. Consulenti di vario tipo – coach, psicoterapeuti, commercialisti – non hanno molto da mostrare; possono però lavorare di fantasia.
Qui ti suggerisco qualcosa ma puoi allungare l’elenco quanto vuoi e magari condividere le idee nei commenti.
Questo è un canale YouTube utilissimo: si chiama Verbal to Visual e il nome dice già tutto.
Tutto il mio discorso sulle immagini non toglie che il video funziona perché ci sei tu.
Un video simula la tua presenza. E’ il mezzo che al momento, più di ogni altro, può avvicinarti al tuo pubblico e farti percepire vicino e coinvolgente. L’empatia è generata in buona parte da questo effetto di prossimità.
La scrittura è stata da sempre un’arte -anche- per introversi: permette di raccontare senza esporsi troppo. Pseudonimi e nomi di penna non si contano in letteratura e giornalismo.Nel video non puoi nasconderti: almeno in questo genere, mostrarti per buona parte del filmato è quello che fa la differenza tra blog e vlog.
Puoi accentuare l’effetto di presenza con le dirette, anche un video girato e montato ha comunque la sua efficacia. Un video ti impone di pensare a come appari e come ti poni. L’attenzione e l’interesse per gli aspetti visivi tuttavia non riduce l’importanza della voce: registrare una traccia audio di qualità assicura professionalità al tuo video.
Spaventata? No, non è difficile iniziare ad auto-produrre vide ma un cambio di mentalità è doveroso. In questo passaggio ti posso aiutare: nel percorso individuale Personal FORMAT tratto di questo e altri aspetti più strettamente tecnici per creare o migliorare i tuoi video.
Se ancora non mi conosci, questa qui sotto sono io. Uno degli episodi della mia immaginaTV per registi di imprese STRAordinarie.
Ho quindi scelto, tra i miei tutorial, un episodio dedicato ai microfoni.
E tu sei pronto per iniziare a passare al video? Questo percorso fa al caso tuo.
maestra di videoMAGIE
Creo video e insegno a farlo
a chi ha un'impresa STRAordinaria
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